ARABIA SAUDITA. IL POETA PALESTINESE ASHRAF FAYADH DI 35 ANNI È STATO CONDANNATO A MORTE: “HA DUBITATO DELL’ESISTENZA DI DIO” CON ALCUNE POESIE TRADOTTE DALL’INGLESE.

 

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Ashraf Fayadh

 

 

La denuncia di Human Rights Watch. Il poeta, Ashraf Fayadh, nato da genitori palestinesi ma cresciuto in Arabia Saudita, è stato arrestato nel 2013. In primo grado era stato condannato a quattro anni di prigione e 800 frustate. Ora la sentenza di appello

Arabia Saudita, poeta palestinese Fayadh condannato a morte: “Ha dubitato dell’esistenza di Dio”.

Un tribunale saudita ha condannato a morte il poeta palestinese Ashraf Fayadh per aver rinunciato alla sua religione. Lo denuncia Human Rights Watch, che afferma di aver preso visione della sentenza. Il pronunciamento del giudice risale a martedì scorso e conferma il reato contestato dall’accusa, vale a dire: aver “dubitato dell’esistenza di Dio”.

Nato da genitori palestinesi, ma cresciuto in Arabia Saudita, Fayadh è stato arrestato dalla polizia religiosa nel 2013, dopo che un suo lettore lo aveva accusato di incitamento a rinunciare all’Islam, a causa del contenuto di una sua raccolta di poesie del 2008. Rilasciato dopo pochi giorni, il poeta trentacinquenne era stato arrestato nuovamente a gennaio 2014 nella città sud-occidentale di Abha. Una prima sentenza lo aveva condannato a quattro anni di prigione e 800 frustate, ma il giudice d’appello ha deciso di condannarlo a morte.

La condanna, secondo alcuni attivisti, sarebbe legata a un video pubblicato sul Web dal poeta, che mostra la polizia religiosa di Abha che picchia un giovane in pubblico. Per chiedere la sua liberazione, lo scorso anno è stata lanciata una petizione, sottoscritta da centinaia di artisti e intellettuali.

Almeno 150 persone sono state giustiziate in Arabia Saudita nel 2015, il dato più alto degli ultimi anni.

  

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“Asylum” from Fayadh’s Instructions Within

 

Asylum: To stand at the end of a queue.
To be given a morsel of bread.
To stand!: Something your grandfather used to do.
Without knowing the reason why.
The Morsel?: You.
The homeland: A card to put in your wallet.
Money: Papers that carry images of Leaders.
The Photo: Your substitution pending your return.
And the Return: A mythological creature … from your grandmother’s tales.
End of the first lesson.

Translated by Sultan Sooud al-Qassemi from “Asylum” in Instructions Within

 

Asilo: Stare in piedi in coda alla fila.
Ricevere un boccone di pane.
Resistere! Qualcosa che tuo nonno era solito fare.
Senza saperne la ragione.
Il boccone? Tu.
La patria: Un documento da mettere nel portafoglio.
Denaro: Carta con sopra immagini dei leader
La foto: Il tuo sostituto previo tuo ritorno.
E il ritorno: mitologica creatura… uscita dai racconti di tua nonna.
Fine della prima lezione.

Traduzione di Chiara De Luca

اللجوء: أنتقففيآخرالصف..
كيتحصلعلىكسرةوطن.
الوقوف: شيءكانيفعلهجدك.. دونمعرفةالسبب!
والكسرة: أنت.
الوطن: بطاقةتوضعفيمحفظةالنقود.
النقود: أوراقترسمعليهاصورالزعماء.
الصورة: تنوبعنكريثماتعود.
والعودة: كائنأسطوري.. وردفيحكاياتالجدة.
انتهىالدرسالأول.

I will ignore the smell of mud, and the need to reprimand the rain, and the burn that has long since settled in my chest.
I am looking for fitting consolation for my situation, which doesn’t allow me to interpret your lips however I wish
Or to brush away the drops of mist from your reddish petals
Or to ratchet down the level of obsession that overtakes me when I realize you are not beside me at the moment
And will not be… When I am forced to justify my position to the punishing silence of the night.
Just act as if the earth is silent, as we see it from a distance, and that everything that’s happened between us was not more than a bad joke that’s gone too far!

*

Ignorerò l’odore del fango, e il bisogno di ammonire la pioggia, e il fuoco che da allora m’imperversa in petto.
Cerco il giusto conforto per la mia situazione, che m’impedisce di leggerti le labbra sebbene lo voglia
O di spazzare via le gocce di nebbia dai tuoi petali rossastri
O di abbassare il livello di ossessione che mi schiaccia se mi accorgo che non mi sei accanto in quel momento
E non lo sarai… Quando sono costretto a giustificare la mia posizione davanti al silenzio punitivo della notte
Fare come se la terra fosse muta, mentre la vediamo in distanza, e che tutto quel che tra noi è avvenuto non fosse altro che un brutto scherzo spinto troppo oltre!

 

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Photo by Khaled Youssef

 

What do you think of the days I spent without you?
About the words that evaporated so quickly from my heavy pain?
About the knots that were deposited in my chest like dried algae?
I forgot to tell you that I’ve grown used to your absence (technically speaking)
And that wishes lose their way to your desires
And my memory is being eroded.
That I am still chasing the light, not to see, but because darkness is scary…even if we get used to it!
Would my apology be enough? For everything that has happened while I tried to make up good excuses.

*

Cosa pensi dei giorni che ho trascorso senza di te?
Delle parole evaporate tanto in fretta dalla dal mio greve dolore?
Dei nodi che mi sono stati posti in petto come alghe morte?
Ho scordato di dirti che ci siamo abituati all’assenza (tecnicamente parlando)
E che le speranze hanno perso la strada per i tuoi desideri
E la mia memoria è roccia che subisce l’erosione.
Che sono ancora a caccia della luce, non per vedere, ma perché il buio fa paura… anche se ci siamo abituati!
Basteranno le mie scuse? Per tutto quel che avvenne mentre cercavo d’inventarmi scuse convincenti.

 

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Photo by Khaled Youssef

I will have to sidestep my memory
And claim that I sleep well.
I’ve got to tear out the questions
That have come looking for a rationale, to get convincing answers.
The questions that, for very personal reasons, have come after the fall of the usual punctuation.

Dovrò scansare la mia memoria
E affermare che ho dormito bene.
Ho dovuto stracciare le domande
Che sono giunte in cerca di fondamento, per avere risposte convincenti.
Le domande che, per motivi molto personali, sono giunte dopo il punto di domanda.

Giorgio Linguaglossa critica letteraria Ashraf Fayadh - sito ufficiale di Giorgio Linguaglossa scrittore
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Let the mirror explain how beautiful you are!
Remove your dusty pile of words, breathe deeply.
Remember how much I loved you, and how the whole thing turned into an electric shock that could have caused a huge fire…in an empty warehouse!

Translated by Mona Kareem. Mona Kareem is a stateless poet and writer from Kuwait. She published two poetry collections in Arabic and is currently a doctoral candidate at the Comparative Literature department in Binghamton University.

 

Lascia che lo specchio spieghi quanto sei bella!
Spazza via quel mucchio polveroso di parole e respira a fondo.
Ricorda quanto ti ho amata e come il tutto si mutò in cortocircuito che avrebbe potuto causare un enorme incendio… in un magazzino vuoto!

Traduzione italiana di Chiara De Luca dalla versione inglese di Mona Kareem. Mona Kareem è una poetessa e scrittrice apolide originaria del Quait. Ha pubblicato due raccolte poetiche in arabo ed è attualmente dottoranda presso il Dipartimento di letterature comparate dell’Università di Binghamton.

 

Una stanza con il pavimento di ghiaccio.
Un grande salone di marmo bianco
con al centro un tavolo rosso.
Un’ombra bianca si guarda nello specchio.
Lo specchio osserva l’ombra nera.
Nello specchio, il calice del Campari.
E l’ombra.

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Ashraf Fayadh is a leading poet in Arabia Saudita